La recensione

PRIMITIVA: la sottile ribellione del corpo

COREOGRAFIE/DANZA: Manfredi Perego

MUSICHE: Paolo Codognola

LUCI: Giovanni Garbo

PRODUZIONE: TIR Danza, in coproduzione con Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.

“Una sottile ribellione”. Così il danzatore e coreografo Manfredi Perego ha sottolineato il significato più recondito, ma anche l’istanza più vitale, del titolo scelto per il suo sincero e vigoroso assolo, presentato al Teatro delle Briciole nell’ambito dell’ultima edizione di “May Days- incontro con la danza d’autore”.

E la ribellione del corpo, quale entità fisica normalmente soggetta a regole e gesti ben identificabili o associabili ad immagini e visioni comuni, viene qui organicamente vivificata nel tracciato coreografico costruito dall’artista su un uso drammatico del suolo, per esprimere quel fitto e segreto intreccio di movimenti ancestrali, di gesti impulsivi ma calibrati, di ritmi, tempi e controtempi danzati che vanno approssimandosi al mondo animale, pur mantenendosi nel rigore dell’atto razionale.

Battiti di pugni a terra, che assumono le sonorità di tamburi lontani, quali richiami di un’epoca remota che si vuole evocare come in un rituale selvaggio; camminate che seguono idealmente i fondanti passaggi evolutivi dell’Uomo, nell’avanzare a carponi e progressivamente fino alla posizione eretta; una danza biologica, poiché legata alla natura e alla specie (del Corpo come elemento primario da cui si avvia la percezione di Sé), che è anche espressione di una lotta istintuale: la scoperta dello spazio che si abita e la volontà di affermare la presenza fisica, concreta, muscolare in quello stesso spazio.

E’ proprio nel perimetro circoscritto di un quadrato luminoso- che è prima mare (dai riflessi bluastri) dove nasce la Vita, poi terra (con il primeggiare del verde) dove si creano relazioni simboliche attraverso la musicalità arcaica, e infine sole, fascio di luce bianca, che metaforicamente focalizza la maturità intellettuale del passaggio finale- che agisce Perego, compiendo nella gestualità, nelle linee, negli affondi, nelle concentrazioni, nei flussi e nelle tensioni del corpo, un potente e vibrante viaggio all’origine degli impulsi, delle fragilità e delle paure connaturate al nostro essere umani e animali, oltre il rigore concettuale.

Il quadrato dello spazio danzato diventa mondo “altro” di idee, pensieri, sguardi, esperienze, conquiste, sensazioni, attraversamenti ed esplorazioni dove convogliano sinergicamente la fisicità dell’Uomo, l’espressività dell’artista e la bellezza di risonanze primitive, svelate, indagate e affini al profondo sentire di ognuno.

Così, la partecipe attenzione del pubblico si è, infine, sciolta in lunghi e calorosissimi applausi che hanno richiamato in scena, più e più volte, il bravo Manfredi Perego, protagonista della danza contemporanea dal carattere limpido e autentico.

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