Il sipario apre su...

AL VIA IL FESTIVAL NATURA DEI TEATRI #23

Lo storico Festival Internazionale di Performing Arts Natura dei Teatri compie, sotto l’impeccabile direzione artistica e organizzativa di Lenz Fondazione, il suo ventitreesimo anno di vita e lo fa davvero in grande stile con un programma che, a partire dal 18 giugno e fino al 6 luglio, si distingue, oltre che per l’alta qualità delle proposte, anche per l’eccezionalità degli spazi deputati agli allestimenti e per il coinvolgimento di soggetti artistici tra i più autorevoli nel panorama del teatro contemporaneo di ricerca sia italiano che internazionale (fra gli altri citiamo Boris Kadin, Claudia Castellucci e Chiara Guidi).

Proprio nella serata di lunedì 18, alle 21.00, prenderà avvio, con il debutto assoluto della creazione site-specific Il Grande Teatro del Mondo dedicata all’opera e alle visioni di Calderon de la Barca, un lungo e articolato progetto triennale che trae ispirazione dal pensiero del filosofo francese Jean-Luc Nancy, e precisamente dal tema concettuale del toccare, inteso come azione “indispensabile all’esperienza, alla conoscenza e alla relazione affettiva, come risonanza di emozioni, visioni, memorie”.

La prima parte del progetto dal titolo Il Passato Imminente vedrà, quindi, la realizzazione di una maestosa opera performativa, imagoturgica e sonora- con oltre venti artisti, tra perfomer, attori sensibili, giovanissimi dell’Ars Canto G. Verdi Coro Voci Bianche e musicisti del Conservatorio Arrigo Boito- destinata a un pubblico itinerante, in un luogo unico per valore culturale e storico: il Complesso Monumentale della Pilotta, nello specifico, l’area architettonica che abbraccia lo Scalone imperiale, la Galleria Nazionale e il Teatro Farnese.

Dell’evento, che si preannuncia, a ragione, come straordinario, si è parlato alla conferenza stampa tenutasi ieri nella Sala Bocchi della Pilotta, dove sono intervenuti, oltre ai direttori artistici di Lenz Fondazione, Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, anche il Direttore del Complesso Monumentale della Pilotta, Simone Verde, l’Assessore alla Cultura del Comune di Parma, Michele Guerra, il Direttore DAI SM-DP Ausl Parma, Pietro Pellegrini, e inoltre Francesco Baroni del Conservatorio Boito, Elisabetta Fadda dell’Università degli Studi di Parma, Barbara Bezzi dell’Ars Canto G. Verdi.

“Il Grande Teatro del Mondo tratto da Calderon de la Barca aprirà ufficialmente i festeggiamenti per i 400 anni del Teatro Farnese. Ma non solo, perché inaugurerà un metodo di lavoro volto a sviluppare una stretta connessione tra teatro e museo. Ci impegniamo affinchè i musei possano diventare centri di ricerca culturale ed artistica in sinergia con altre realtà e con la città tutta” ha esordito così, con parole entusiastiche e sincere, il Direttore Verde, cui ha fatto eco il successivo intervento dell’Assessore Guerra, che ha sottolineato la necessità comune di perseguire un disegno intellettuale di sviluppo orientato a una riqualificazione spaziale, non disgiunta da quella temporale, e legata alla contemporaneità anche nell’ispirazione filosofica che la muove.

Tutti i rappresentanti delle istituzioni presenti hanno ribadito l’importanza di stabilire e rinsaldare la viva interazione tra diverse istanze artistiche, culturali e sociali della città, la necessità di fare rete per il benessere collettivo della comunità. Pensiero questo che si è colto anche nelle parole scritte dal Presidente della Fondazione Cariparma, Gino Gandolfi e dal Direttore Generale Ausl di Parma, Elena Saccenti, assenti giustificati alla conferenza, che sono state lette da Pititto. Promuovere una cultura e collaborazioni che sappiano raccontare, dunque, anche attraverso l’allegoria del Teatro, gli aspetti difficili e contradditori della realtà, per superarne i pregiudizi, come ha poi aggiunto Pellegrini.

“Una impresa titanica, una macchina austera e maestosa, sobria e ricca allo stesso tempo, imponente” così ha definito “Il Grande Teatro del Mondo” la regista Maestri; parole e sensazioni queste, condivise con Baroni del Conservatorio- che ha ricordato quello che è l’impegno musicale degli allievi chiamati ad eseguire dal vivo, con 6 clavicembali, una non semplice tessitura barocca- e così pure da Fadda e Bezzi, le quali hanno confermato l’importanza di un progetto che, a diritto, si può definire partecipativo, una vera sfida culturale che Parma è pronta ad accogliere. “Quella che vedremo sarà un’umanità in azione, all’interno di uno spazio complesso con cui cercheremo un perfetto accordo. Il fine è di creare un’opera nell’opera” ha continuato Maestri “Il Festival stesso vuole presentarsi come spazio e tempo di condivisione di linguaggi diversi, una concomitanza di sguardi e soggetti. La forza dell’arte arriva dal centro dell’uomo e non dobbiamo dimenticare che questo è anche un mondo di ombre”.

Percepibile, dunque, la grande soddisfazione di tutte le parti in causa, ma in particolare della direzione artistica del Lenz che nelle parole conclusive di Pititto ha espresso nuovamente il piacere “di lavorare in un luogo meraviglioso e in continua rivoluzione; uno spazio di cultura che, grazie alla guida attuale, vive un quotidiano processo di movimento, rinnovamento e trasformazione molto stimolante e coinvolgente”.

Ma il Festival Natura Dei Teatri non sarà solo “Il Grande Teatro del Mondo” (in scena dal 19 al 23 giugno) e tra gli spazi speciali rivisitati teatralmente anche l’Oratorio di San Quirino, dove dal 02 al 6 luglio verrà presentata l’Iphigenia in Aulide. Ah! Qu’il est doux, mais qu’il est difficile, riscrittura scenico-musicale tratta da Euripide e dall’opera di Willibald Gluck.  

Per info e prenotazioni: www.lenzfondazione.it

 

(ph. Enrico Zermani)

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