L'intervista

Le interviste a protagonisti della scena parmigiana (e non solo) a cura di Francesca Ferrari, giornalista e critico teatrale.

LUIGI LO CASCIO:"L'Affare Vivaldi? Un vero giallo in musica e parole"

Il grande pubblico ha imparato a conoscerlo e ad amarlo soprattutto per i suoi ruoli cinematografici, appassionato e carismatico protagonista di pellicole impegnate, intellettuali, eppure straordinariamente popolari per la sensibilità e l’intelligenza messe in campo, autentici capolavori impressi nella memoria degli spettatori (indimenticabile il suo Nicola Carati ne “La Meglio Gioventù” di Marco Tullio Giordana, così come l’interpretazione magistrale di Peppino Impastato ne “I cento passi” che segnò il suo esordio ufficiale sul grande schermo). Luigi Lo Cascio è davvero un attore che ha dato (e continua a dare) tanto al cinema italiano, nell’arco di una carriera che lo ha visto cimentarsi in film non solo di spessore ma anche più ironici, come il recente ultimo capitolo della fortunata saga cinematografica firmata da Sidney Sibilia “Smetto quando voglio-Ad honorem”; segno, dunque, il suo, di una versatilità espressiva che gli ha permesso di ricevere molti riconoscimenti anche dalla critica e di essere a ragione annoverato tra gli attori italiani della sua generazione più apprezzati per preparazione ed ecletticità.

Forse non tutti sanno, però, che la completezza di questa formazione artistica, Lo Cascio l’ha conquistata con un impegno profuso per anni sulle assi del palcoscenico: prima diplomandosi all’Accademia Drammatica Silvio D’Amico e poi collaborando con maestri del calibro di Luca Ronconi e Mario Ferrero. E’ pur vero che della magia teatrale il bravissimo attore siciliano non si è, per fortuna nostra, mai privato: non solo nella recitazione, ma dedicandosi negli ultimi anni anche alla scrittura drammaturgica e alla regia.

Un felice esempio di questa non comune poliedricità sarà rappresentato dal concerto-reading “L’Affare Vivaldi” che inaugurerà venerdì 6 luglio, alle 21, la ventitreesima edizione del Festival di Torrechiara Renata Tebaldi (Langhirano). Qui la calda e adamantina voce narrante di Lo Cascio verrà esaltata e illuminata dalle musiche vivaldiane eseguite dall’orchestra barocca Modo Antiquo, diretta da Federico Maria Sardelli.

Come nasce questo reading e la collaborazione con l’ensemble Modo Antiquo? “Tutto parte dall’omonimo romanzo da cui è tratto e che è stato scritto proprio dal Maestro Sardelli. Personalmente non lo avevo letto, anche se è da tempo un best-seller. E’stata Elena Marazzita, ideatrice di progetti teatrali e musicali, oltre che collaboratrice del Maggio Fiorentino, ad avere l’intuizione di costruire questo reading: conosceva me come attore e conosceva Federico, così ci ha proposto l’idea. Ha visto per prima le potenzialità insite nel libro e aveva ragione. E’ un testo ricchissimo, che racconta di più periodi storici: del ‘700, dell’ ‘800 fino ad arrivare al periodo fascista, perché vi si narra dei manoscritti e delle composizioni di Vivaldi, di tutti i passaggi e le traversie che hanno subito attraverso i secoli, e di come abbiano incredibilmente rischiato di sparire nel nulla, di non essere mai conosciuti. Inoltre, la scrittura di Sardelli è molto elegante, raffinata, congeniale alla lettura ad alta voce. Sardelli è stato una garanzia per questo lavoro: non solo è un grande narratore e un eccezionale flautista, ma proprio a lui si devono alcune prime incisioni di Vivaldi. Ne è uno dei massimi conoscitori”

E della drammaturgia che Lei ha scritto insieme allo stesso Sardelli cosa può dirci? “Non è stato facile ridurre un libro di oltre 200 pagine in un testo adatto alla scena. Mi sono impegnato a mantenere l’impianto narrativo, davvero sublime, della divisione in quadri e ho preservato l’atmosfera d’intrigo che avvolge la storia tribolata di questi documenti, i veri protagonisti del racconto. In questo, Sardelli mi ha lasciato molta libertà di intervento.”

Come avete costruito e calibrato le parti musicali e quelle recitate? “Credo sia stato raggiunto un ottimo equilibrio nell’alternanza della lettura di pagine rielaborate dal romanzo e i momenti dedicati alle esecuzioni dal vivo. Io stesso cercherò di rendere la mia interpretazione quanto più possibile musicale. C’è, inoltre, un brano che ritorna spesso, “In memoria aeterna erit justus”, e che è decisivo per comprendere l’importanza della commistione tra parola e musica. A quel passaggio si lega in particolare la figura di Alberto Gentili, musicologo ebreo degli anni 20, che mette mano per primo agli scritti di Vivaldi e riesce ad evitare, ingegnosamente, la loro scomparsa. Come? Lo scoprirete ascoltando la storia.”

Vivaldi. Un compositore celebre ma apparentemente lontano da noi, seppure affascinante. Oltre alla musica piena di colori e suggestioni, l’”affare” qui raccontato cosà saprà regalare al pubblico contemporaneo? “Questo lavoro si fonda sul piacere della lettura e dell’ascolto. Onestamente non c’è una finalità d’indagine; questa arriva, sì, perché è inevitabile che ci si apra a domande e riflessioni, ma succede solo in seconda battuta. Il movente artistico vero è che c’è un intrigo, una storia per certi aspetti sconvolgente da trasmettere e far conoscere, e che qui si vuole narrare. C’è un vero e proprio giallo intorno ai documenti e alle carte di Vivaldi. Raccontarlo è entusiasmante, ascoltarlo è trascinante, anche perché la scrittura a cui presterò voce è ricca di ironia”

Sicuramente la meravigliosa cornice del Castello di Torrechiara darà un valore aggiunto, irripetibile, alla serata. Quanto è importante, a parer Suo, portare il Teatro fuori dagli spazi tradizionali? “E’ sicuramente utile al Teatro stesso: dove c’è un attore e un pubblico, ecco che nasce il teatro. C’è da dire, però, che questo non sarà un vero e proprio spettacolo teatrale. E’ stato creato nella dimensione del concerto e per una lettura che trae vita da una scrittura fortemente evocativa, l’impostazione quindi sarà questa. Vero è, però, che ugualmente si stabilisce la profonda relazione di scambio attinente al Teatro. In quel particolare spazio offerto dal Cortile d’Onore sarà un’esperienza unica per tutti, artisti e spettatori”

A Lei che è attore superlativo sia a teatro che al cinema non voglio chiedere quale forma espressiva predilige, in quale campo si sente più a proprio agio. Vorrei, invece, sapere dove vorrebbe investire di più le sue energie in futuro. “Adoro recitare, sia a teatro che al cinema. Ultimamente, però, ciò che mi mi sta a cuore è la scrittura, ne sto sentendo fortemente la fascinazione, tanto che ho già scritto per la scena “Il Tamerlano” che ha debuttato a Palermo. Ne ho curato anche la regia, ma non figuravo tra gli interpreti. Mi permetto anche un’anticipazione: a settembre uscirà un mio romanzo, pubblicato da Feltrinelli. Ecco perché presentare questo reading, ispirato da un romanzo intellettualmente vivace e ammaliante, è per me motivo di emozione e di grande stimolo artistico. In un certo qual modo ritrovo le mie passioni tutte assieme, in armonia”

Per info e prenotazioni: www.festivalditorrechiara.it

(nella foto con Federico Maria Sardelli)

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