"...e l’ora di teatro?
Sapete da dove viene la parola “scuola”? Da un termine greco che indica lo svago, il tempo libero, nel senso di “libero esercizio della mente”.
Che ne è di questa libertà, oggi?
Iniziava con queste parole la lettera che abbiamo scritto alla Gazzetta di Parma qualche giorno fa. Parlava del rapporto tra scuola e teatro, di questa faticosa ripartenza dovuta alla delicata situazione sanitaria, e della decisione degli istituti di ”tenere fuori gli esperti".
Tra i quali anche noi, esperti del settore teatrale.
Abbiamo scritto quella lettera al giornale e ci troviamo ancora qui su questa pagina di Teatropoli a ribadire quelle parole, perché da anni ci dedichiamo alla formazione e crediamo fortemente nel legame che unisce il teatro alla scuola.
Per questa ripartenza in questi mesi avevamo progettato attività all’aperto e in digitale, sempre con un occhio per la totale sicurezza. Ma le nostre proposte sono cadute nel vuoto. E nel vuoto pare resteranno ancora per parecchi mesi.
Eravamo pronti a proseguire un percorso di anni che legava come un filo esperti, alunni e docenti. E invece così non è stato.
Il teatro è fatto di relazioni, sguardi, emozioni che soprattutto in momenti come questo hanno bisogno di riemergere, per rielaborare ed esorcizzare tutto quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo.
L’ora di teatro nella scuola e per la scuola è una risorsa, una ricchezza, e ora più che mai la scuola e gli alunni, anziché chiudersi, avrebbero avuto bisogno di aprirsi a noi.
Ecco. Con queste righe vorremmo dunque ribadire l’importanza del legame tra noi e la scuola (nel nostro territorio ma non solo), un rapporto dall’alto valore pedagogico e formativo, consolidato in anni di progettazione e scambio. Vorremmo ricordare che essere “esperti di teatro” è un lavoro serio, fatto di studio e ricerca, capace di dare enormi soddisfazioni a tutte le persone coinvolte ma che purtroppo è stato poco tutelato, e che ora rischia di diventare invisibile.
Rimangono i corsi pomeridiani, certo, e gli amanti del teatro possono continuare lì, se vogliono. Ma è anche e soprattutto nell’offerta formativa scolastica che noi crediamo, nel lavoro che il teatro può svolgere sul gruppo classe, e sui soggetti che spesso non hanno possibilità di accedere ai corsi privati. Perché la forza del teatro sta anche e soprattutto nella sua accessibilità, nel suo poter essere di chiunque.
Il telefono squilla: gli insegnanti ci dicono che manchiamo ai ragazzi, e anche a loro; sperano di rivederci presto, anche noi lo speriamo. Non ci hanno dimenticati tutti, va detto.
Inoltre capiamo perfettamente le preoccupazioni dei dirigenti e appunto per questo, con queste nuove righe, vorremmo dire loro di considerarci un’opportunità.
Noi ci siamo, e siamo pronti per un confronto nuovo.
Per cercare insieme, ancora una volta, soluzioni utili ad affrontare questo momento.
Per non far perdere alla scuola e ai ragazzi l’ennesima possibilità di crescere e di essere, appunto, liberi.
Gli attori e formatori Francesca Grisenti, Franca Tragni, Consuelo Ghiretti, Alberto Branca, Massimiliano Grazioli