ANNA CAPPELLI

(Dal comunicato stampa)

di Annibale Ruccello

regia Claudio Tolcachir

con Valentina Picello 

Un testo dirompente di uno straordinario autore contemporaneo, interpretato da una delle attrici più sensibili e incisive della scena italiana, e una narrazione graffiante che strappa le maschere di genere e rivela il malessere nascosto nel nostro quotidiano compongono l’intenso spettacolo “Anna Cappelli”, in scena sabato 14 dicembre, alle ore 21.15, al Teatro di Ragazzola. La ricerca teatrale parte dal testo di Annibale Ruccello, scomparso prematuramente nel 1986, autore dalla voce lirica e beffarda, espressiva di una generazione ansiosa di ricreare un teatro nuovo dentro la realtà, ma capace anche di ridere nella tragedia. Lo spettacolo rinnova il sodalizio artistico tra il regista Claudio Tolcachir, drammaturgo argentino che ha saputo fare della sperimentazione uno dei suoi linguaggi chiave, e l’attrice Valentina Picello, con cui già aveva lavorato nel 2020 in “Edificio 3”. Racconta Tolcachir: “Con umorismo pungente e assurdo, la pièce ci conduce attraverso i labirinti della mente di un personaggio inconsueto, pieno di contraddizioni, commovente e imbarazzante allo stesso tempo. Ciascuno di noi potrebbe conoscerla, incrociarla nella propria vita; ma potremmo anche essere lei. Sentirci così impotenti da prendere le decisioni peggiori. Un gioiello teatrale sul corpo di un’attrice unica, Valentina Picello. La sua sensibilità, la sua immaginazione e l’infinita delicatezza del suo humor daranno a questo testo una impronta originale e piena di aria fresca. Una proposta molto netta: questa donna, il pubblico, e la vita in mezzo a loro. Lo humor e la tragedia mischiati. Quel sorriso doloroso che ci attraversa e non ci lascia indifferenti”. 

Anna è una giovane degli anni ’60 che cerca, attraverso un lavoro, di essere finalmente autonoma. Si ritrova invece sottomessa ad un uomo possessivo, autoritario e pregno di mascolinità tossica. Poi però, all’improvviso, i ruoli si invertono e davanti a lei si spalanca un abisso. Il fondo del testo è drammatico, analizza il ruolo della donna nel tempo, l’indipendenza, la prospettiva di futuro, la solitudine, la mancanza di mezzi e di risorse, eppure lo spettacolo coglie la duplice dimensione tragica e comica grazie alla presenza in scena di un’attrice che si offre letteralmente al personaggio con grande ricchezza di sfumature, capaci di muoversi su più registri. Una gestualità essenziale e mai retorica, leggera, in grado di mettere in evidenza i mille perturbamenti che agitano l’animo della protagonista sino alla follia omicida.

Per info e prenotazioni: cell. 339.5612798

 

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