(Un ricordo prezioso questo di cui ci ha fatto dono Antonio Mascolo, firma storica del giornalismo, profondo conoscitore della materia teatrale e grande amico del regista e attore Gigi Dall’Aglio, recentemente scomparso. Il racconto di un aneddoto personale che fa sorridere, ma che al tempo stesso illumina e commuove. Proprio come era solito riuscirci Dall’Aglio, con la sua intelligente ironia e la sua arte straordinaria)
Un pomeriggio ho visto Gigi volare.
“Volare?” direte voi. Ebbene sì, credetemi.
Eravamo sotto la statua di Giuseppe Garibaldi, nella piazza centrale di Parma, in mezzo a un via vai di gente. E lui, all’improvviso, si fermò.
"Guarda, guarda" cominciò a gridare esultante, staccandosi dal suolo e mettendosi sulle punte.
"Guarda, guarda" ripeteva, mentre faceva ancora una giravolta.
"Guarda, guarda" continuava, e sembrava sempre più fatto di fumo, tanto era leggero nel suo volteggiare.
La gente iniziò a radunarsi attorno a lui. Curiosa, certo. Ma anche meravigliosamente rapita.
"Guarda, guarda" e si attorcigliò di nuovo come in un movimento di dolcezza infinita, con l'improvvisato pubblico che applaudiva.
"Guarda, guarda" e poi… Gigi si fermò. E con il dito indicò il terreno.
"Guarda, guarda: sono le scarpe dei Masai, vedi la suola a mezzaluna?"
E da lì iniziò la parte teorica, il racconto, quel suo sapere profondo sull'Africa, il suo sognare un mondo e un palcoscenico senza pesi...
"Guarda, guarda" ci aveva regalato l'Essenza del Teatro.
La gioia.
Il cervello.
Il corpo sublime.
L'incanto.
Il nulla che diventa tutto.
"Guarda, guarda"
Torneremo a volare, e a quel “guardare”. Tutti insieme. Lo dobbiamo anche a te, caro Gigi.
Antonio Mascolo