di Samuel Beckett
traduzione Carlo Fruttero
regia, scene, luci e costumi Theodoros Terzopoulos
con (in o.a) Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano e Giulio Germano Cervi, Rocco Ancarola
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
in collaborazione con Attis Theatre Company
Al Magnani il nuovo anno prende il via con uno dei testi più celebri e misteriosi della letteratura non solo teatrale del ‘900, Aspettando Godot, in programma sabato 13 gennaio. Il celebre testo di Samuel Beckett nelle mani di Theodoros Terzopoulos, maestro greco della scena internazionale, diventa una lente per decifrare l’Altro che, sempre, suscita dentro e fuori di noi sentimenti opposti. Una coinvolgente drammaturgia visiva e sonora per uno spettacolo imperdibile che interroga la nostra stessa umanità. Lo spettacolo è una produzione Emilia-Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini. Con una pratica che coniuga arte antica e moderna, Terzopoulos è noto per il suo originale approccio alla tragedia greca e ai testi classici, vere e proprie fonti per indagare questioni universali dell’essere umano. In questo lavoro, il regista greco si confronta con una delle opere più celebri del “teatro dell’assurdo”, la cui vicenda ruota attorno a un dialogo sterile tra due personaggi sospesi in una situazione d’attesa. Con la sua cifra stilistica Terzopoulos crea un vivo dialogo tra la contemporaneità e il dramma beckettiano, trattato come una lente per leggere e interpretare il presente, tra le sue profonde contraddizioni e le tragiche derive. Nella sua versione, la vicenda è ambientata in un mondo in rovina, in un futuro molto prossimo in cui tutte le ferite attuali e passate appaiono acuite. In questo contesto, si apre l’interrogativo su quali siano le condizioni minime per pensare a una vita che valga la pena di essere vissuta.
In Aspettando Godot vengono date due risposte possibili, e da qui Theodoros Terzopoulos fa partire il suo lavoro. La prima è il tentativo di comunicare e coesistere con l’Altro, colui che ci è prossimo, nonostante gli ostacoli, anche quando questi sembrano insuperabili. La seconda è il tentativo di mettersi in comunicazione con l’Altro dentro di noi, quest’area buia e imperscrutabile densa di desideri repressi e paure, istinti dimenticati, regione dell’animalesco e del divino, in cui dimorano la pazzia e il sogno, il delirio e l’incubo. Un viaggio verso l’Altro dentro di noi e verso l’Altro al di fuori di noi, all’opposto, lontano da noi, che proviamo a fare ogni giorno. Aspettando cosa? L’incontro con l’Umano, la fine di ogni atto di umiliazione inflitto da uomo a un altro uomo? Il Niente o l’Attesa, per usare i termini ironici e beffardi di Beckett? Ma esiste forse un altro modo per immaginare l’umanità emancipata, senza dover ricorrere all’abbattimento dei muri che separano questo “dentro” da questo “fuori”?
Per info e prenotazioni: 0524 517508