(Dal comunicato stampa)
Prosegue la rassegna di parole e note del Festival della Parola che, nelle serate di domenica 8 e lunedì 9 settembre, alle ore 21, propone due importanti produzioni, firmate da Fabrizio Coniglio, del cosiddetto teatro civile. La due giorni, realizzata in collaborazione con Libera Parma, punta i riflettori su due episodi di violenza mafiosa, per farne memoria e testimonianza.
Il primo appuntamento è per la serata di domenica 8 settembre con IL TESTIMONE, spettacolo scritto insieme al compianto giudice Mario Alberighi. In scena Fabrizio Coniglio e Bebo Storti, con il racconto di grande leggerezza e originalità, a tratti ironico, di un episodio lontano e dimenticato dalla memoria collettiva: l’omicidio del magistrato Gian Giacomo Ciaccio Montalto, primo magistrato a indagare i rapporti fra la mafia di Trapani, legata a doppio filo con quella statunitense, e i narcotrafficanti. Appassionato di letteratura e di musica, innamorato del mare, profondamente insofferente davanti a tutte le ingiustizie, Montalto a Trapani è isolato. Ma confida all’amico Mario Almerighi, all’epoca di stanza a Roma, le sue scoperte e i suoi timori: la mafia ha contatti direttamente dentro al Tribunale di Trapani. Il 25 gennaio del 1983 Montalto viene barbaramente assassinato. Nel 2003, nel corso del processo Andreotti, Almerighi decide di testimoniare su quanto a sua conoscenza: per Giacomo, per il suo coraggio, per la loro amicizia, per la verità.
Per l’occasione ha confermato la sua presenza Marene, figlia di Giangiacomo Ciaccio Montalto; previsto un breve dialogo tra attori e spettatori al termine dello spettacolo.
Lunedì 9 settembre, alle ore 21, sarà la volta di SANGUE NOSTRO (scritto con Margherita Asta), che vedrà sul palco Fabrizio Coniglio e Alessia Giuliani. Lo spettacolo rievoca una strage di mafia. La mattina del 2 aprile del 1985, un’autobomba esplode a Pizzolungo, nei pressi di Trapani. Il bersaglio dei mafiosi, il giudice Carlo Palermo, è miracolosamente illeso. A fargli da scudo l’auto di Barbara Asta, che sta accompagnando a scuola i suoi gemellini di sei anni. Sui sedili dell’auto avrebbe dovuto sedere anche la figlia maggiore, Margherita, che invece per una casualità va a scuola con un’amica per non arrivare in ritardo. Il testo teatrale, scritto da Margherita Asta e Fabrizio Coniglio, ha anche un significato metaforico: il titolo, “Sangue Nostro”, vuole sottolineare come una strage di innocenti colpiti dalla mafia riguardi in qualche modo tutti noi. Le vittime sono anche i bambini, la vita, il futuro, noi stessi. Non è solo uno spettacolo di mafia, ma è soprattutto la storia di due sopravvissuti: un giudice, che pur essendo scampato miracolosamente all’attentato, non ha più ritrovato una parte di sé dopo quella strage, non riuscendo a gestire il senso di una colpa che non è sua e una donna, Margherita, che ha continuato a credere nella vita e nel potere della famiglia, sposandosi e creandosene una sua proprio a Parma e dedicata alle attività dell’associazione antimafia Libera in provincia di Trapani.
Tutti gli spettacoli sono ad ingresso libero senza prenotazione, fino ad esaurimento posti.