tratto dal libro: Gentilissimo sig. dottore questa è la mia vita
di Adalgisa Conti
con Sandra Soncini
musiche originali Patrizia Mattioli
regia Carlo Ferrari
tecnica e luci Erika Borella
produzione L.O.F.T. / PROGETTI&TEATRO
"In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne sabato 26 novembre alle 21.00 al Teatro Comunale di Fontanellato Pompeo Piazza va in scena QUESTA È LA MIA VITA, tratto dal libro Gentilissimo sig. dottore questa è la mia vita di Adalgisa Conti con Sandra Soncini e la regia Carlo Ferrari, una produzione L.O.F.T. / PROGETTI&TEATRO.
Lo spettacolo dà testimonianza dell’esperienza della protagonista e del suo ricovero coatto in manicomio ad Arezzo avvenuto perché “...affetta da delirio di persecuzione con tendenza al suicidio”. Un lavoro a cui è stato riconosciuto il secondo premio come miglior spettacolo al Festival di Resistenza del Museo Cervi Teatro per la Memoria 2022.
Sandra Soncini ricrea, con l’ausilio delle musiche di scena di Patrizia Mattioli e le luci di Erika Borella, il percorso autobiografico di Adalgisa Conti, una strada che si disvela attraverso le lettere recuperate all’interno della sua cartella clinica. Nei quattro mesi iniziali della sua costrizione in manicomio la Conti si dedicò a intense sessioni di scrittura. Era il 1914, aveva 27 anni, tre anni prima si era sposata con Probo Palombini, poi il ricovero.
“Ci siamo avvicinati a questi scritti, con profondo rispetto e molta cura. Abbiamo conosciuto la vita di Adalgisa e ci ha appassionato - raccontano Carlo Ferrari e l’attrice Sandra Soncini”. “Con questo lavoro, scaturito dalla comprensione delle sue testimonianze, cerchiamo di portare alla luce alcuni suoi momenti di vita. Il prima e il dopo. Un prima da libera e un dopo da reclusa. E proprio i suoi scritti, le sue lettere, rivelano più di qualsiasi altro documento, quale delitto sia stato istituzionalmente e culturalmente consumato sulla mente e sul corpo di questa donna. La reclusione porterà alla degradazione del suo corpo, vuoto portatore di una esistenza puramente vegetativa e oggetto offerto alla manipolazione e allo sfruttamento che l’istituzione ne farà, impegnandolo in attività lavorative servili e degradanti. La storia di Adalgisa quindi, ha bisogno di grande affetto, vicinanza, corpo e voce. Il teatro attraverso i suoi scritti, diventa ancora una volta strumento di denuncia e di lotta contro le istituzioni segreganti e contro la violenza sulle donne.”
Per info e prenotazioni Tel. 327-4089399